Siddhartha The Musical – Messico, Guadalajara dal 4 al 13 novembre 2016

Liliht Sa

Gloria Grace Alanis

Presenta

MESSICO, GUADALAJARA

Dal 4 al 13 novembre 2016

TEATRO MONCAYO – PALCCO

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Primo Musical Italiano Rappresentato da BROADWAY ASIA Company, LLC

BROADWAY INTERNATIONAL ENTERTAINMENT

Dopo il grande successo di pubblico e di critica ottenuto nel tour italiano del 2013 e le date internazionali ad Edimburgo e Parigi, l’opera pop “Siddhartha The Musical” riprende il suo tour mondiale e dal 4 al 13 novembre arriva in Messico, a Guadalajara (TEATRO MONCAYO – PALCCO).

Lo spettacolo, completamente in lingua spagnola, vede ancora come protagonista Giorgio Adamo, nel ruolo del Principe Siddhartha.

Accanto a lui, un cast di attori e ballerini messicani e due ballerini italiani.

Lo spettacolo tornerà finalmente in Italia, a Milano, dal 2 febbraio 2017, al LinearCiak nella nuova versione Internazionale, con nuove scenografie, nuovi costumi e nuove coreografie.

Prodotto da “LILITH Sa” Gloria Grace Alanis, è stato il primo musical interamente italiano distribuito da Broadway International Company, LLC.  

Tale contratto di distribuzione internazionale ha portato SIDDHARTHA THE MUSICAL in tournée nei più importanti paesi asiatici: India, Cina, Giappone, Corea, Brunei e molti altri, tradotto in Inglese e in Lingua locale.

Nel Gennaio 2014 SIDDHARTHA è stato rappresentato a New York, Los Angeles e in Messico.

Tratto dall’omonimo libro di Herman Hesse, il musical Siddhartha, scritto da Isabeau, Fabio Codega e Fabrizio Carbon, racconta la continua ricerca verso l’illuminazione da parte di un principe destinato al lusso e alla sola bellezza che, spogliandosi delle sue vesti, lascia il suo castello dorato per scoprire la vera essenza della vita e le ragioni della sofferenza. Un susseguirsi di quadri ed emozioni che coinvolgono il pubblico, lo emozionano, lo stupiscono fornendo spunti di riflessione: in un’epoca di crisi e di grandi trasformazioni socio economiche e valoriali la storia di Siddhartha rivela il senso profondo del vivere e spinge ad occuparsi gli uni degli altri.

Lo spettacolo è stato concepito con un susseguirsi di quadri, che rappresentano le grandi emozioni dell’esistere: la gioia della nascita, il fulgore della gloria, il dramma della morte, la strenua lotta della autentica ricerca interiore e la completa felicità nella ritrovata illuminazione. Messo in scena da un grande cast di cantanti e ballerini.

Le musiche coniugano echi della antica cultura indiana fino alle più contemporanee sonorità e, insieme alle scenografie e alle maxi proiezioni, avvolgono gli spettatori in un’esperienza multisensoriale molto coinvolgente.

Importante il contributo musicale di Beppe Carletti dei Nomadi che firma un finale emozionante e coinvolgente e di Osvaldo Pizzoli che al Flauto ha “colorato” le aree del Musical.

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PRODUZIONE ITALIA:

Produzione Liliht Sa/Gloria Grace Alanis

Regia: John Rando

Aiuto regia: Daniele Cauduro

Coreografie: Giordano Orchi

Musiche Originali di: Isabella Biffi, Fabio Codega, Beppe Carletti

Produzione Esecutiva: Fabrizio Carbon

Ufficio Stampa: Silvia Arosio

Scenografie: Roberta Volpe

Costumi & Make Up Artist: Claudia Frigatti

Light Design: Giancarlo Toscani

Music Planner: Beppe De Palma

                                                     Video Design: Andrea Delli Fiori

Official Photos: Beppe Bisceglia e Andrea Gallo

 PRODUZIONE MESSICO

Co-Produttore Messicano  PALCCO Palacio de la Cultura y la Comunicación

Regista:  JORDI VALL

Coreografo: EDGAR REYES

PRODUZIONE USA

Regista:  JOHN RANDO

Coreografo: GIORDANO ORCHI

 Sinossi – Primo Atto

Introdotto dal racconto del Siddharta Narrante, la storia si apre (Siddharta chi sei), con la nascita del principe Siddharta. Viene ricevuto a corte l’astrologo eremita Asita ,che annuncia al re Shuddodana e alla regina Maya, che il nascituro sarà il signore del  mondo, il suo redentore. Contrariato da questa rivelazione, il re controbatte che sarà soprattutto un grande re (Unanima pura), invitando alla fine la regina a ballare. Maya sta male e abbandona la festa seguita dal canto disperato (Una nuova stella), del fedele servitore Ishan, preso in giro dagli altri cortigiani. Maya, in punto di morte, chiede alla sorella Amita di prendersi cura del piccolo Siddharta (Favola). Passano gli anni. Il re annuncia ai suoi sudditi l’arrivo del figlio adolescente Siddharta L’ingresso è regale e trionfante e avviene durante giochi di corte in cui la forza dello stesso Siddharta viene messa in evidenza. Tra i cortigiani c’è anche l’amico fraterno Govinda a cui Siddharta confida di vivere da qualche tempo un certo malessere, come se fosse alla ricerca di qualcosa che vada oltre la vita di corte, il suo stato di futuro re. Govinda lo schernisce non capendo e gli annuncia che gli organizzerà una festa nel castello d’estate, durante la quale, per tirarlo su di morale, gli farà ascoltare qualcosa che lui non ha ancora sentito. Siddharta, solenne, accetta, ma dentro di sé rimugina nei suoi pensieri, nel suo desiderio di trovare una tranquillità interiore (Cerco).

La festa è in pieno svolgimento (Buddha Bar). Danzatrici, acrobati allietano Siddharta e la sua sposa Yashodara, da cui aspetta un figlio. La dolce melodia lo attrae, gli evoca posti a lui non conosciuti. Confida a Yashodara il desiderio di partire. Yashodara capisce che lo ha già perso e lo allontana (Vai). Al termine della festa Siddharta incontra Nisha, la cantatrice venuta da lontano a cui chiede cosa c’è oltre le mura del castello. Titubante Nisha gli racconta che c’è bellezza ma anche sofferenza. Siddharta intima a Nisha di parlargli di quelle sofferenze. Viene così a conoscenza del dolore, della malattia e della morte che colpisce tutti, anche lui che è principe.

Siddharta si rende disperatamente conto (Dei del cielo) che il padre gli ha mentito sulla realtà della vita e lo affronta in un colloquio drammatico (Oh cielo!) nel quale gli chiede disperatamente di lasciarlo andare, di fargli scoprire cosa c’è al di fuori del castello, intenzionato a cercare un perché agli avvenimenti della vita. Il padre per fermarlo ordina ai sudditi di non farlo uscire, ma Siddharta gli grida che non cederà fino a quando non lo lascerà andare via (Prigione). Intercede per lui la matrigna Amita, facendo notare al re che Siddharta con la mente è già partito, che non è più con loro e che per il rispetto che il figlio ha sempre avuto nei confronti del padre lo esorta a farlo partire (Libertà). Il re comprende e cede mettendo nelle mani della vita il figlio Siddharta (Vita).

 Secondo Atto

Sempre Siddharta narrante introduce il secondo atto. Sono trascorsi tre anni dalla partenza di Siddharta,  tre anni in cui il giovane, spogliatosi  delle vesti di principe, ha seguito gli insegnamenti dei samana (mendicanti che abbandonano famiglia e beni per meditare, credendo che la via della privazione, del digiuno fosse quella giusta per uscire dal ciclo delle reincarnazioni e per elevarsi spiritualmente). Con lui l’amico Govinda che segue Siddharta venerandolo (Il Venerato). Govinda gli racconta di un santone, un venerato molto seguito, Gotama e gli chiede di andare con lui a conoscerlo. Con malavoglia, stanco degli insegnamenti dei saggi, Siddharta lascia la foresta con Govinda per raggiungere la città di Jetavana (Jetavana) dove incontrano il santone Gotama (Gotama) e il suo seguito. Govinda con sofferenza lascia Siddharta per unirsi al gruppo di Gotama, non prima che Siddharta abbia un colloquio con Gotama a cui esprime le sue perplessità sulla sua dottrina.

Solo Siddharta, disegnando un mandala (il mandala rappresenta il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro: attraverso un articolato simbolismo consente un viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Una volta trovata lilluminazione il mandala viene cancellato) ha la prima illuminazione (Il risveglio) “Tutto è intorno a me e dentro di me”.

Si trova così in riva a un fiume dove chiede al barcaiolo Vasudeva di traghettarlo dall’altra parte. Nel mentre sopraggiunge un gruppo di cortigiani che scortano una donna bellissima, Kamala.

Siddharta chiede a Vasudeva chi sia quella fanciulla e Vasudeva gli risponde che non è cosa per lui, abituata ai lussi dei suoi amanti e non ai poveri panni di un samana. Siddharta non si dà per vinto, la raggiunge e si presenta al suo cospetto. Kamala incuriosita lo riceve, chiedendosi cosa mai vorrà da lei un samana. Siddharta le chiede di insegnare a lui l’arte dell’amore. Kamala lo schernisce dicendogli che non potrà mai avere niente da lei, abituata a corteggiatori ricchi. Gli chiede cosa le può offrire e Siddharta risponde che sa pensare aspettare e digiunare. Al diniego della ragazza aggiunge che sa comporre versi e lei lo invita a comporne uno per lei al fine del quale, se lo apprezzerà gli donerà un bacio (Semplicemente Amore). Kamala si innamora di Siddharta, e sapendo dallo stesso che sa leggere e scrivere, per poterlo legare a sé e farlo diventare ricco, lo introduce al facoltoso Kamaswami. Il mercante lo prende a lavorare con lui e lo accoglie nella sua casa. Siddharta diventa molto ricco ottenendo l’amore di Kamala (Kamala). Trascorrono dieci anni. Siddharta ha provato tutti i piaceri della vita, ma stanco di tutto questo abbandona Kamala che lo accusa di non amarla e mentre lui è già lontano confessa di aspettare un figlio da lui (Rose di Spine)

Siddharta si ritrova sulla riva del fiume e incontra di nuovo il barcaiolo Vasudeva che lo riconosce e lo accoglie nella sua capanna (Nel lago), dividendo con lui gli anni che seguiranno, tra confidenze e riflessioni. Un giorno scorgono un gruppo di seguaci di Gotama che stanno raggiungendo il santone in punto di morte. Tra questi vi è anche Kamala seguita dal recalcitrante figlio Siddharta.

Nel rincorrerlo Kamala è morsa da un serpente. Mandando il figlio a cercare aiuto ritrova l’amato Siddharta al quale, in punto di morte (La morte di Kamala) gli affida il loro figlio. Siddharta accoglie con amore il figlio (Mia Anima) che non riconosce in questo sconosciuto il padre e fugge da lui. Siddharta vorrebbe raggiungerlo per proteggerlo ma viene fermato da Vasudeva che lo convince a lasciarlo andare come suo padre, soffrendo fece con lui (Legge Karmica).

Vasudeva annuncia poi a Siddharta che sta per abbandonare il fiume, sentendosi vecchio e stanco e gli affida il fiume e la sua barca. Passano gli anni. Siddharta invecchia vivendo in meditazione. Un giorno un bramino (sacerdote), gli chiede di traghettarlo. Siddharta riconosce l’amico Govinda. Govinda, anche lui invecchiato, si getta ai piedi dell’amico chiedendogli se ha trovato ciò che stava cercando, perché riconosce che lui non l’ha trovata. Siddharta lo invita a non cercare più e a imparare l’amore e a insegnarlo agli altri (Lamore vincerà). Avendo trovato l’illuminazione, Siddharta ora potrà cancellare il mandala.

WWW.SIDDHARTHATHEMUSICAL.COM

 

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